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Come vivere la natura in compagnia del miglior amico dell’uomo nel rispetto delle regole. Amarla vuol dire anche godercela, ma in punta di piedi e di zampa, perché gli ospiti siamo noi
Cos’è il dog trekking? Il termine “dog trekking” in origine era legato alla pratica fondata sull’allenamento e sul mantenimento dei cani da slitta durante le stagioni senza neve, per poi diventare una vera disciplina cinofila. Oggi il suo uso lascia spazio a diverse interpretazioni. Oramai possiamo definire il dog trekking anche come “un’attività outdoor” da vivere insieme al proprio cane, oltre che come specifica disciplina cinofila. Ciò non vuol dire assolutamente che sia cosa facile e banale perché condurre il proprio cane in montagna impone consapevolezza e informazione, che sono il modo migliore per vivere serenamente escursioni e dog trekking.
In montagna con il cane: gli ospiti siamo noi
La montagna ci offre scenari grandiosi e un privilegiato contatto diretto con la natura che, se vissuto senza regole, può diventare molto pericoloso per il nostro cane, per noi e per tutto ciò che ci circonda. Il rispetto, la salvaguardia e la sicurezza a tutto-tondo devono sempre essere la priorità, perché gli ospiti siamo noi.
L’educazione di base, utilissima e determinante per la vita quotidiana, è altrettanto utile per la montagna in sicurezza che, a sua volta, potrà rendere un ambiente favorevole per tante esperienze di vita. Man mano che le competenze del binomio aumentano, l’ambiente montano saprà regalare anche una sorta di equilibrio naturale e ancestrale fra cane e conduttore. Questa è la cosa più bella, la vera anima dell’attività di dog trekking.
Balù, il mio primo dog trekker
Sono profondamente convinta, per lunga esperienza personale con i miei cani, che il dog trekking inteso come attività gestita e vissuta correttamente sia un valido supporto per consolidare o migliorare la relazione del binomio formato da cane e proprietario. Nel mio caso tutto iniziò circa 16 anni fa, quando un po’ per caso iniziai a portare in montagna Balù, il mio primo dog trekker che oggi non è più con noi. Adottato da adulto, Balù riportava ancora tutte le ferite psicologiche e fisiche di un trascorso molto difficile. Inizialmente non riusciva a correre e nemmeno a fare le scale. Il suo spazio mentale e fisico era quello del box dove aveva vissuto per anni.
Pian piano iniziai a portarlo in montagna, affinché i suoi spazi non avessero confini e il suo fisico potesse rigenerarsi. Ci misi quasi un anno per riportarlo a prendere totale consapevolezza del suo corpo e delle sue abilità, proprio perché dovevamo fare un passo per volta. Mi innamorai di questo modo di vivere la montagna perché nel frattempo Balù mi mostrava e mi insegnava cose che prima facevo fatica a osservare e capire.
Ogni piccolo progresso per noi era come una cima conquistata, fino a che le cime iniziammo a conquistarle veramente, condividendo quel cammino speciale che era stato superare le difficoltà della sua condizione iniziale, fortificando la nostra relazione e creando un legame così solido che amo paragonare a una cordata invisibile fra le nostre anime. Perché, come dico sempre, per noi dog trekker il mondo non è sotto i nostri piedi, ma dentro ai nostri passi.

10 consigli per un dog trekking in sicurezza
1. Visita veterinaria al nostro amico a quattro zampe
La prima cosa da fare per verificare lo stato di salute generale del vostro cane è pensare a controlli preventivi. L’attività in montagna comporta sforzo costante, dunque, è importante fare delle valutazioni per non trovarsi nei guai. Il veterinario saprà anche indicarvi eventuali profilassi specifiche per le zone dove intendete recarvi.
2. Scelta dell’escursione in montagna
La premessa è che è fondamentale sapersi muovere in ambiente montano e saper leggere segnaletiche, mappe e cartine. Mai improvvisare, semmai documentarsi bene prima. La scelta dell’escursione deve essere basata su età, morfologia, stato di salute e allenamento del vostro dog trekker. Anche la stagione, la temperatura e le condizioni meteo sono determinanti, così come la durata, la lunghezza, le superfici e il dislivello dell’itinerario.
3. Livelli di difficoltà nel dog trekking
Fate sempre riferimento alle fonti ufficiali per le persone, ma ricordatevi che per il trekking con il cane (eccetto per gli itinerari turistici) il livello di difficoltà è da ritenersi mediamente più elevato, sia per il conduttore che avrà una creatura di cui preoccuparsi e con cui coordinarsi, sia per il cane che affronta un livello di difficoltà differente da quello umano.
4. Allenamento e mantenimento per preparare il cane alla montagna
Sì a un allenamento graduale, ben strutturato sia per la parte obbedienza, sia per la forma fisica. È importante che l’allenamento e il mantenimento siano strutturati in base all’età e alla morfologia del cane che, ovviamente, deve essere in buono stato di salute. A fine dog trekking il quattro zampe non deve presentare mai segni di eccessiva stanchezza fisica o mentale (per esempio, un cucciolo dovrà fare esperienze, più che allenamento fisico vero e proprio). Anche per il nostro compagno di avventure il dog trekking deve essere una bella attività.
5. Attrezzatura per il dog trekking
Pratica e comoda per il nostro amico. Si consiglia sempre l’utilizzo di pettorine tecniche corredate di guinzaglio, meglio se ammortizzato. Molto comode le cinture da canicross perché vi permetteranno di avere le mani libere (questo presuppone che il cane abbia già buone competenze di coordinazione con il conduttore). La medaglietta con numeri telefonici non deve mai mancare.
6. Zaino per le vacanze con il cane in montagna
Lo zaino umano peserà un po’ di più (a volte anche molto di più!). Prioritario è portare libretto sanitario (con il passaporto, se andate all’estero), museruola, sacchetti per deiezioni, kit di pronto soccorso che includa prodotti anche per il cane, ciotola per l’acqua e impermeabile antipioggia e antivento.
7. Acqua durante il dog trekking
Durante il cammino è sempre bene tenere il cane idratato e, in caso di giornate calde, avere la possibilità di bagnarlo così da rinfrescarlo. L’acqua non deve mai mancare, nonostante sia ingombrante e pesante, è sempre bene portarne il più possibile. Se l’itinerario prevede punti d’acqua dovrete decidere se il vostro dog trekker può rifornirsi dalla natura perché il rischio che l’acqua sia contaminata di fatto esiste. Meglio informarsi prima dalla gente del posto. Evitare in ogni caso acque stagnanti e sporche.
8. Le zampe del cane in montagna
Devono essere sempre in ottima salute. Fondamentale che durante il percorso vengano controllate rimuovendo immediatamente detriti o altro che possa ostacolare la corretta deambulazione o creare ferite. Ci sono molti accorgimenti che si possono prendere, sia per la stagione estiva che per quella invernale, a seconda dell’itinerario e del cane. L’idratazione dei polpastrelli è sicuramente uno dei principali.
9. L’obbedienza durante le escursioni
Importantissima. Per esempio, è necessario che il dog trekker non tiri al guinzaglio perché sarebbe un dispendio di energie inutile per il binomio e perché, comunque, se in salita può diventare scomodo, in discesa diventa molto pericoloso. Qualora decidiate di slegare il cane, qualsiasi sia il motivo, la responsabilità è sempre e totalmente vostra. In questi frangenti l’obbedienza non è un optional, ma deve essere tassativa.
10. Incontri con animali e persone in montagna
Tutti gli animali che abitano la montagna vanno rispettati. Non vanno disturbati e tantomeno stressati. La montagna è casa loro, non nostra. È importante comprendere che in zone che presentano forti stimoli visivi e olfattivi anche il cane più obbediente può scollegarsi mentalmente dal conduttore e se pensiamo a cani slegati il rischio di gravi incidenti, anche mortali, è altissimo, sia per il nostro peloso, sia per gli animali selvatici e del pascolo. Anche per questo il guinzaglio è la miglior forma di tutela per loro e per il nostro cane, basti pensare a cani scalciati da cavalli, morsi da vipere o addirittura finiti in scarpate morendo per rincorrere “la preda”.
Fare molta attenzione ai cani da pastore a guardia del bestiame poiché possono mostrare aggressività; il loro lavoro è badare al bestiame e, se lo ritengono opportuno, difenderlo. Piuttosto deviate ampiamente il percorso o tornate indietro, lentamente, senza fissarli e, ovviamente, con il vostro cane al guinzaglio. Infine, ci sono persone che hanno paura dei cani. Per il loro rispetto è bene tenere i nostri pelosi al guinzaglio poiché, anche solo per affetto, potrebbero creare problemi a persone che, invece, non gradiscono nessun tipo di contatto con i nostri amici a quattro zampe.
Articolo pubblicato su Viaggiare con Quattrozampe – Anno 2022
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